di Silvio Minnetti
 
Emiliano Brancaccio, Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico. 50 brevi lezioni, Piemme, Casale Momferrato, 2022, pp. 282
Cambiano i governi, da Trump a Biden, dalle alleanze populiste al ” governo dei migliori” ma la sostanza della politica economica resta la stessa. Ci troviamo in piena crisi pandemica, climatica e sociale che ci spinge verso un cambiamento radicale del sistema.
Emiliano Brancaccio, economista di rilievo internazionale,

di Silvio Minnetti

 

Emiliano Brancaccio, Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico. 50 brevi lezioni, Piemme, Casale Momferrato, 2022, pp. 282

Cambiano i governi, da Trump a Biden, dalle alleanze populiste al ” governo dei migliori” ma la sostanza della politica economica resta la stessa. Ci troviamo in piena crisi pandemica, climatica e sociale che ci spinge verso un cambiamento radicale del sistema.

Emiliano Brancaccio, economista di rilievo internazionale, ci spiega in 50 brevi lezioni l’ideologia che guida le scelte politiche del nostro tempo. Assistiamo ai giochi pericolosi di una finanza fuori controllo che aggredisce il mondo del lavoro. Stiamo comprendendo le ragioni profonde del declino italiano nel quadro delle controversie sulla moneta unica. Registriamo l’ascesa e la crisi del neoliberismo in un contesto di xenofobia. Stiamo prendendo atto delle gravi conseguenze economiche della pandemia.

Brancaccio sottolinea una tendenza oligarchica del sistema economico internazionale che afferma essere suffragata dai dati.” Oltre l’80 per cento del capitale azionario mondiale è oggi controllato da meno del 2 per cento degli azionisti. Questa spaventosa concentrazione del potere economico ormai plasma il potere politico e assoggetta tutti i governi al medesimo imperativo: reprimere le istanze ugualitarie delle classi subalterne, se necessario anche restringendo lo spazio dei diritti di libertà. Il capitalismo tende così a precipitare in una crisi ancor più minacciosa, non solo economica ma anche democratica.”   I pesci grandi fagocitano i pesci piccoli determinando una enorme concentrazione di potere economico e politico. In Italia da decenni si ricorre a ” tecnici competenti” come Ciampi, Monti, Draghi per colmare il vuoto determinato dalla crisi del sistema dei partiti.

La democrazia è sotto assedio, ammette Daron Acemoglu, economista mainstream in dialogo con Brancaccio (in basso, nella foto). Il linguaggio vivace per non addetti ai lavori non nasconde una critica spietata al pensiero economico dominante dagli anni Settanta. Occorre un cambio di paradigma per non essere travolti da un possibile tracollo del glorioso capitalismo liberaldemocratico. Acemoglu dissente in un dialogo pubblico a Roma nel 2021. Bisogna considerare, a suo avviso, il peso positivo, a difesa della democrazia, di una serie di fattori: la forza della società civile, la struttura delle istituzioni politiche, la natura delle crisi politiche ed economiche, il livello di disuguaglianza economica, la struttura dell’economia e la forma e l’estensione della globalizzazione (p. 213). Per Acemoglu è impossibile trovare leggi generali del capitale, come si affannano a fare Piketty e Brancaccio.  Per questi economisti critici, nel capitalismo deregolato il tasso di rendimento del capitale è mediamente maggiore rispetto al tasso di crescita del reddito. La conseguenza è un aumento incredibile delle disuguaglianze sociali con concentrazione di reddito nell’1 per cento dei più ricchi.

L’aggravamento delle disuguaglianze è una minaccia concreta per l’ordine democratico. La causa è nella centralizzazione dei capitali. Il nostro Autore propone una possibile soluzione: introdurre forme flessibili di pianificazione pubblica. Anche per Acemoglu è realizzabile una regolamentazione dei mercati sul modello delle socialdemocrazie nordiche. Se queste hanno fallito poi, con Clinton, Blair e Obama, è perché questi leader hanno accettato acriticamente la globalizzazione sfrenata con la deregulation del neoliberismo.  Sono stati catturati cognitivamente. Brancaccio vede una via di uscita in una nuova pianificazione pubblica come l’unica leva in grado di orientare di nuovo il movimento storico verso il progresso sociale e civile.  In parte questo è quanto sta avvenendo con le Banche centrali che stanno governando il mercato. Sono i prodromi di un nuovo tipo di pianificazione.  Stiamo vivendo “tempi interessanti”. Siamo ad un crocevia della storia del capitalismo.

Le trasformazioni in atto creano le condizioni per una deviazione oligarchica di economia e politica. Un processo che erode democrazia e libertà. Una potenziale minaccia per l’assetto delle democrazie liberali contemporanee. Brancaccio ci presenta brevi lezioni di politica economica per tutti: dai giochi del capitale all’assalto  al lavoro, dall’Europa della moneta unica alla politica economica della pandemia, fino a gettare lo sguardo sul futuro che ci attende.

In conclusione, Emiliano Brancaccio emerge nella prefazione di Americo Mancini di Rai- Radio 1, che lo ha scelto per una rubrica settimanale di grande successo, come un affascinante innovatore del pensiero economico, capace cioè  di spiegare concetti difficili della triste scienza e di proporre alternative. È un economista “colto e fiammeggiante“, ha affermato l’ex Ministro dell’Economia Tria, che aiuta a mettere in discussione i luoghi comuni e che sa interloquire con economisti di fama internazionale. È un eretico convincente con le sue argomentazioni e dati che smascherano il falso. Ci aiuta a capire la reazione dei piccoli capitalisti nazionali, rispetto alla concentrazione internazionale dei capitali, attraverso il “sovranismo”, il populismo reazionario ed il rifiuto demagogico della politica. Il ricorso ai” tecnici ” al governo è una delle espressioni della crisi democratica.  Una visione economica di piano potrebbe liberare lo Stato di diritto e la democrazia dall’assedio delle oligarchie finanziarie. Questa la tesi principale del libro. Interessante notare l’uscita nello stesso periodo del testo di Luciano Canfora, La democrazia dei signori, Editori Laterza, 2022. La crisi della democrazia viene analizzata, anche da questo Autore, come passaggio di fatto del potere legislativo nelle mani dell’esecutivo, sempre più condizionato da tecnocrazie lontane dal ” demos”.

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